“Il nome della Rosa” o…del Tartufo di Norcia?

Lo sapevate che il Tartufo Nero pregiato di Norcia viene citato nel romanzo di Umberto Eco “Il nome della Rosa”? E che il filosofo greco Teofrasto considerava questo prezioso tubero il “figlio delle piogge”?


Il Centro di documentazione e Ricerca Antropologica della Valnerina, in sigla Credav, dopo lunghi e approfonditi studi ha ricostruito la presenza storica del Tartufo di Norcia nelle abitudini delle civiltà passate e presenti.

Le prime testimonianze sul Tartufo risalgono a 3000 anni prima di Cristo, quando i re babilonesi ricercavano questo frutto prelibato tra le sabbie del deserto. I romani, più tardi, iniziarono ad apprezzare il “tuber terrae” ma fu il mistero della natura del tartufo l'aspetto che per secoli è stato oggetto di dispute e ipotesi da parte di filosofi e scienziati.

 Ad esempio, il filosofo greco Teofrasto (III secolo a. C.) lo considerava figlio delle piogge d'autunno e dei tuoni mentre Plutarco, storico greco del II secolo d. C., ipotizzò che la nascita del tartufo fosse legata alla fusione di tre importanti elementi: fulmini, acqua e terra.

Plinio il Vecchio, autorità nel campo micologico fino al XVIII secolo, lo definì “miracolo della natura”. Apicio, autore del “De re Conquinara”, il primo libro di ricette che si conosca, abbandona il lato scientifico preferendo quello gastronomico e suggerisce di guare i tartufi come semplice condimento per i piatti.

Anche nel Medioevo, nonostante la tradizione gli attribuisca presunte proprietà afrodisiache che mal si legano all'ascetismo dei tempi, il tartufo è presente nelle tavole, nei versi dei grandi poeti, nelle cronache dei conventi.

Una conferma indiretta l'abbiamo nel romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”, ambientato nel lontano 1327, in cui l'autore ricostruendo fedelmente gli ambienti medievali narra di una curiosa ricerca. “Io non conoscevo ancora quel frutto prelibato del sottobosco - afferma il monaco Adso - tipico delle terre benedettine… vuoi a Norcia”.

Ed in effetti Norcia è la patria del “Tuber melanosporum”, il tartufo nero pregiato che, ogni anno, tra febbraio e marzo, dà vita alla nostra Mostra Mercato Nazionale ormai prossima al taglio del nastro.

(FONTE: CEDRAV)