In Umbria il percorso dell'acqua

L’Umbria è l’unica regione dell’Italia peninsulare che non ha sbocco al mare,
eppure è proprio grazie all’acqua che può essere considerata a pieno titolo il Cuore Verde d’Italia.


Nei territori di Perugia e Terni si trovano - il Lago Trasimeno che, con i suoi 128 km quadrati è il quarto lago italiano e il più esteso dell’Italia centrale (con una profondità media di 4,3 mt, massima di 6mt) e - il Lago di Piediluco, bacino di 13 km di perimetro, creato da un immissario naturale (il Rio Fuscello) e da due canali artificiali con cui sono state fatte confluire nel lago le acque del Fiume Velino e del Fiume Nera.

Utilizzato oggi per lo svolgimento di numerose attività sportive, il suo flusso è stato da sempre regolato per il fabbisogno energetico delle industria chimica e siderurgica della vicina Terni. A poca distanza dal Lago di Piediluco si trovano - le Cascate delle Marmore, in cui il Fiume Velino si getta nel Nera con un salto di 165 metri e la cui storia si fa risalire già ai romani.

Le acque della cascata sono sfruttate per la produzione di energia elettrica nella vicina centrale di Galleto, in grado di produrre circa 530 MW di energia idroelettrica, a cui si aggiungono i 550 MW prodotti complessivamente dalle altre centrali idroelettriche della regione, Corbara, Alviano e Nera. - i Fiume Tevere che percorre in territorio umbro ben 210 km, arricchito dalle acque dei suoi numerosi affluenti, Nera, Chiascio, Nestore, Topino e Corno e che, da sempre, ha segnato non solo la geografia ma anche la cultura delle zone che attraversa.

La Regione Umbria è anche particolarmente ricca di acque minerali. 14 i Comuni interessati alla produzione di acque oligominerali (per complessivi 2.413 ettari dati in concessione dalla Regione dell’Umbria alle aziende di acque minerali), con 16 acque minerali utilizzate ai fini dell’imbottigliamento in 11 diversi stabilimenti per 1250 milioni di litri di acqua oligominerale imbottigliati all’anno (dati 2009).

Alcune di queste acque non solo vengono imbottigliate e commercializzate, ma anche utilizzate per le cure idropiniche in loco, presso gli appositi stabilimenti termali, mentre altre (non imbottigliate a fini commerciali) vengono utilizzate esclusivamente per fanghi, bagni e cure inalatorie (in particolare nelle Terme di Fontecchio presso Città di Castello e alle Terme Francescane a Spello). Complessivamente sono stati 15.367, nel 2009, le persone che si sono recate presso questi ultimi due stabilimenti termali umbri.