Monte Nerone e la Grotta dei 5 laghi, un vasto universo sotterraneo
A nord-est di Città di Castello, poco oltre Bocca Seriola, si entra nella affascinante e geologicamente tormentata regione del Monte Nerone (m 1525).

Se da lontano, specialmente da sud, esso appare come una massa tozza e compatta, in verità è un monte estremamente articolato e imprevedibile, solcato da profonde gole selvose o da spaccature violente come ferite, dove la pietra nuda su aspre pareti verticali sembra appena uscita dalle viscere sconvolte della terra.
E il sottosuolo del monte non è certo meno articolato, senz’altro più misterioso. Infatti sono molte le cavità e le grotte qui scoperte ed esplorate (fra le altre la Grotta delle Tassare, con i suoi 416 metri di dislivello, rappresenta la grotta più profonda delle Marche), che hanno rivelato segreti di grande interesse speleologico, biologico, paleontologico,..., ma molti indizi, come la cospicua portata idrica di alcune risorgive in certi frangenti, fanno presupporre che il Monte Nerone ancora nasconda gelosamente un vasto universo sotterraneo.
La bella e affascinante Grotta dei Cinque Laghi, la cui apertura (chiusa con un cancelletto) si trova sul Monte Nerone a quota 1175 m, non lontana dal secondo tornante della strada che dalla vetta scende a Piobbico. L’interno della grotta è caratterizzata inizialmente da stretti passaggi che preludono a gallerie, sale e laghetti di rara bellezza.
Marco Bani, che insieme a Bernabei e Del Gaia (tutti speleologi di Città di Castello) l’ha scoperta nel maggio del 1982, così ricorda l’avvenimento nel suo libro dedicato a Monte Nerone: “...Inseguendo un soffio gelido che scaturiva dal fondo di una piccola grotta, abbiamo infine visto i soffocanti cunicoli allargarsi in maniera progressiva sino a divenire ampi e stupendi meandri scolpiti nella roccia dal remoto vorticare di acque freatiche. Nelle vaste gallerie, lievemente discendenti, concrezioni calcaree di ogni foggia componevano un paesaggio fiabesco che ci strappava entusiastiche grida di gioia. Oltre che dal fervore esplorativo, la nostra curiosità era anche accesa da reperti ossei di varie dimensioni che qua e là affioravano....”
Si trattava fra l’altro di ossi di animali ormai estinti quali la lepre gigante ed il mitico orso delle caverne. La grotta ospita oggi una fauna piuttosto varia. Oltre ai comuni pipistrelli (in colonie abbastanza numerose), occhi attenti possono scorgere nelle limpide acque dei laghetti piccolissimi gamberetti trasparenti, salamandre e geotritoni, o addirittura l’onychirus banii, minuscolo e primitivo insetto, precedentemente sconosciuto, e che porta il nome del suo scopritore. Queste ed altre bellezze e curiosità (come gli indizi sulla particolare genesi di queste grotte) costituiscono i temi di maggior interesse dell’escursione.
Note Tecniche
Una escursione (naturalmente guidata da esperti) alla Grotta dei Cinque Laghi, con un dislivello complessivo di appena 54 m, distribuito su di uno sviluppo orizzontale di 350 m, è particolarmente indicata a chi voglia avvicinarsi per la prima volta all’emozionante mondo della speleologia. Non è necessaria una specifica preparazione tecnica o fisica (l’attrezzatura di base verrà fornita), ma bisogna munirsi di indumenti adatti a proteggersi dai 7 gradi costanti di temperatura e dall’umidità prossima alla saturazione e ovviamente non soffrire di claustrofobia. D’altra parte gli stretti cunicoli iniziali ne daranno immediatamente la misura.
APECCHIO
Sulla via del ritorno, sempre tempo permettendo, raccomandiamo una breve sosta ad Apecchio, antico feudo dei Conti Ubaldini, vicino al confine tra Marche e Umbria. Qui, proprio nei sotterranei del rinascimentale palazzo Ubaldini, è ospitato il Museo dei Fossili e Minerali del Monte Nerone, con una collezione di ammoniti tra le più interessanti d’Europa. In questo gradevole paese immerso nel verde, la chiesa di S. Caterina d’Alessandria con la caratteristica chiesetta ipogea, la torre campanaria e il ponte a schiena d’asino sul Biscubio sono tra le principali e interessanti vestigia medievali.